Imprese, Censis: solo il 16,4% in crescita, il 31,5% è in fase di ridimensionamento

“Il 33,6% ha ridotto i livelli occupazionali”

La fiducia delle imprese sale, ma questo non vuol dire che le imprese italiane siano già uscite: il 31,5% che si trova in una fase di ridimensionamento, il 52,1% di stazionarietà e solo il 16,4% è in crescita. E’ quanto emerge da una ricerca del Censis realizzata con il ministero del lavoro per individuare le reazioni delle imprese italiane alla crisi.
Il saldo occupazionale degli ultimi anni – si legge nello studio – e’ stato negativo: il 33,6% delle aziende ha diminuito i livelli occupazionali, il 20,2% li ha aumentati e il 46,2% li ha mantenuti invariati. Una buona parte del tessuto produttivo ha avviato processi di riorganizzazione che hanno messo al centro la valorizzazione delle competenze dei lavoratori. Solo il 21,4% delle aziende con oltre 20 addetti e’ rimasto inerte, mentre il 78,6%, ha cercato di intervenire con iniziative di innovazione strutturale, con la creazione di nuovi prodotti e servizi (49,1%) o l’introduzione di nuove tecnologie funzionali al miglioramento dei processi di lavoro (45,1%). Il 38,9% – sottolinea la ricerca – si e’ concentrato sul miglioramento dei canali di vendita e di comunicazione, il 34,3% sull’ingresso in nuovi mercati territoriali, il 32,4% sul miglioramento della funzione finanziaria.
I tentativi di innovazione si sono accompagnati in molti casi all’avvio di un processo di ristrutturazione aziendale, spesso doloroso. Il 37,3% delle imprese ha espresso l’esigenza di adeguare il proprio portafoglio di competenze al cambiamento. Si tratta di una minoranza di aziende che hanno dovuto ricercare sul mercato competenze nuove, che prima non esistevano (nel 20,8% dei casi) o che negli anni erano diventate obsolete (17,4%). Tra i nuovi profili richiesti dalle aziende spiccano i commerciali (dagli export manager agli agenti di commercio, ricercati dal 36,4% di queste imprese), i tecnici (32,4%), gli amministrativi (31,4%) e gli ingegneri (25,4%). Da segnalare anche l’elevata richiesta di esperti di comunicazione e nuovi media (ricercati dal 12,2%) e di informatici, sistemisti e programmatori (10,1%).

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