«Negli ultimi quattro anni hanno chiuso 4mila imprese»

Nuova Sardegna
Regione, pag. 3
Mercoledì 18 giugno 2014

L’allarme di Confesercenti.

CAGLIARI. Quattromila aziende in meno in Sardegna negli ultimi quattro anni, una flessione nell’emissione di credito alle imprese, del 6%, nel 2013, il 67% dell’utile lordo che se ne va in tasse. Il quadro sullo stato di salute della piccola e media impresa nell’isola, descritto da Marco Sulis, presidente regionale di Confesercenti è l’istantanea di una centrifuga in lavatrice. Commercianti, piccoli imprenditori e cittadini strizzati come calzini da fisco, burocrazia e banche. Ieri, si è tenuta a Cagliari l’Assemblea regionale della Confesercenti, in collegamento streaming con l’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove si è tenuta l’Assemblea nazionale con la presenza di due ministri del governo Renzi, Federica Guidi e Giuliano Poletti. La Confesercenti rappresenta 8.500 aziende in tutta l’isola Fisco. «I commercianti sono allo stremo – dice, con toni preoccupati Marco Sulis all’indomani dell’ingorgo fiscale nel lunedì nero delle tasse –. Bisogna fare presto e intervenire su alcuni punti fondamentali. Per prima cosa fermare l’eccessiva invadenza del fisco che sta mettendo in ginocchio imprese e cittadini. Bisogna interrompere questo fenomeno luttuoso di fallimenti, imprese che chiudono, sempre più persone senza lavoro. Bisogna pensare a un fisco corretto, giusto e umano che consenta alle aziende di ripartire». Burocrazia. «Tutto è troppo difficile, tutto troppo complicato. L’imprenditore costretto a correre per uffici o a correre su internet per pratiche sempre più macchinose. È una perdita di tempo, ore sottratte all’azienda. Agli imprenditori viene richiesta sempre una quantità incredibile di pratiche burocratiche per qualsiasi questione mentre, da parte dell’apparato burocratico quasi mai ci sono risposte immediate. Le Pmi sono sottoposte ai controlli di 26 Enti: ci manca soltanto la Gendarmeria del Vaticano, e possiamo alzare bandiera bianca. Ai lacci burocratici che affliggono le imprese occorre, poi, aggiungere la difficoltà crescente di accesso al credito che in Sardegna si sente in modo più grave che altrove». Politica. «Siamo stanchi di proclami – annuncia Sulis – . Per ora non abbiamo ancora visto nulla. Le ultime elezioni hanno dato il governo dell’isola a Pigliaru e alla sua giunta, aspettiamo che battano un colpo e mettano in atto le iniziative necessarie ad affrontare il problema dei problemi in Sardegna: la mancanza di lavoro». Turismo. La Sardegna potrebbe essere la Polinesia del Mediterraneo, invece è una terra massacrata dalla disoccupazione. Ma in tutta l’Italia manca complessivamente un progetto di ampio respiro sul turismo, settore che meriterebbe ben altre attenzioni e investimenti. Anni fa fu cancellato il Ministero competente, poi è stato accorpato ai Beni culturali. Ma qual è la strategia del nostro Paese? Fare turismo non significa soltanto attrarre visitatori dall’estero, ma anche incentivare la mobilità interna. Difficile farlo, e noi sardi ne sappiamo qualcosa, quanto i costi dei trasporti suggeriscono di recarsi altrove». In Italia. Da Roma fa eco alle parole del presidente regionale, la relazione del presidente nazionale di Confesercenti, Marco Venturi che ai punti dolenti della crisi aggiunge le speranze legate alle ultime misure del governo: «Nel solo biennio 2012-2013, la spesa per acquisti di beni delle famiglie italiane è calata di 28,5 miliardi di euro. Un crollo che ha trascinato con sé le Pmi che, per la maggior parte, sono legate al nostro mercato. Le conseguenze su Pil e occupazione sono state devastanti. Ben vengano gli interventi del Governo, a cominciare dagli 80 euro in busta paga voluti dal presidente del Consiglio. Il bonus ridarà fiducia e aiuterà il rilancio della spesa delle famiglie. Secondo nostre stime, i consumi cresceranno di 3,1 miliardi nel 2014».

Pin It

Commenti sono chiusi