Studio Confesercenti: “Ingorgo fiscale a fine 2013: 20 pagamenti in 45 giorni, possibili aggravi fino a 436 euro l’anno”

Tagliare la spesa pubblica e ridurre la pressione fiscale: le imposte sono troppe e troppo pesanti

 Gli effetti dei benefici fiscali previsti dalla Legge di Stabilità saranno visibili solo fra alcuni mesi. Nel frattempo, famiglie e imprese italiane si trovano di fronte a un vero ingorgo fiscale, con 20 pagamenti in 45 giorni che potrebbero portare ad un aggravio – se il saldo Imu dovesse essere confermato – fino a 436 euro anni per un contribuente medio con un reddito lordo di 30mila euro. In occasione della riunione della Giunta Nazionale oggi a Roma, Confesercenti rivela i dati sull’affollamento di imposte che attende al varco gli italiani negli ultimi giorni del 2013.

Un diluvio di 20 pagamenti (12 a carico delle famiglie e 8 a carico delle imprese), in cui allevecchie imposte si aggiungono tre nuove tipologie di prelievo:

– le imposte maggiorate, comprendenti da un  lato l’aumento della misura degli acconti Irpef, Ires e Irap e,  dall’altro, l’aumento dell’aliquota Iva al 22% e il versamento aggiuntivo      cui sono tenute le imprese a fronte delle fatture emesse fra ottobre e  novembre;

– le nuove  imposte, in cui troviamo gli aumenti generalizzati prodotti dalla nuova Tares per effetto della maggiorazione della tariffa sui rifiuti (motivata dalla copertura totale dei costi del servizio) e dell’introduzione di un contributo aggiuntivo (30 cent. al mq. A titolo di partecipazione ai costi dei servizi indivisibili dei comuni);

– le imposte incerte, fra le quali primeggia  il saldo dell’IMU prima casa, considerato che a poco più di 30 giorni dalla scadenza del termine di pagamento non si sa ancora se interverrà la promessa cancellazione. Ma a tale categoria appartiene anche un prelievo  che può essere deliberato entro la fine di novembre: l’aumento      dell’addizionale comunale all’Irpef per il 2013 che ogni Comune può ancora decidere di applicare.

TABELLA

Simulazione: per un reddito lordo di 30mila euro possibili aggravi fino a 436 euro l’anno.

Immaginiamo un contribuente con un reddito lordo di 30 mila euro, con coniuge e due figli a carico (uno dei quali di età inferiore ai 3 anni), residente a Roma in un’abitazione di proprietà di circa 100 mq. con rendita catastale pari a 1200 euro. Se il Comune utilizzasse interamente gli spazi di aumento dell’addizionale comunale appena accordati da un recente decreto legge, portando l’aliquota dal 9 all’12 per mille, il nostro contribuente subirebbe un aggravio di circa 82 euro. Che crescerebbe fino a 436 euro l’anno nel caso in cui dovesse far fronte anche alla seconda rata IMU. In altri termini, il suo reddito netto mensile scenderebbe a circa 1.877 euro al mese.

Confesercenti: “Tagliare la spesa pubblica e abbassare la pressione fiscale: le imposte sono troppe e troppo pesanti”

L’ingorgo fiscale di quest’ultima parte dell’anno rende evidenti i difetti del nostro regime fiscale: il prelievo è troppo ed articolato in troppe diverse imposizioni. Occorre ridurre tasse ed imposte nel numero e nel peso complessivo: per farlo, non c’è altra strada che agire sulla spesa pubblica. Che può essere fortemente contenuta eliminando gli sprechi: in primo luogo attraverso una riforma istituzionale che razionalizzi il sistema degli enti locali, ma anche vendendo gli immobili inutilizzati e dismettendo le partecipazioni che non sono né strategiche né produttive, a livello nazionale e locale.

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